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RICHIEDI INFORMAZIONI AL FORNITORE

    Approfondimenti

    Al bambino fai sapere quanto è buono il cacio con le pere

    L’importanza dell’introduzione dei formaggi all’interno dell’alimentazione infantile è penso abbastanza chiara. Il calcio, di cui i formaggi e latticini sono ricchi, è fondamentale per il loro sviluppo e in particolare per la formazione strutturale delle ossa e dei denti.

    Ormai, è abbastanza assodato che l’alimentazione di un bambino debba essere varia e contenere tutti i principi nutritivi dei 5 gruppi alimentari. Quello su cui fare attenzione sono le quantità e le modalità di assunzione.

    Ma cos’è il formaggio?

    L’Art. 32, del R.D.L. 15/10/25 cita: “Il nome di formaggio o cacio è destinato al prodotto che si ricava dal latte intero, ovvero parzialmente o totalmente scremato, oppure dalla crema, in seguito a coagulazione acida o presamica, anche facendo uso di fermenti e di sale da cucina”.

    In parole semplici, il formaggio deve essere prodotto partendo dal latte o dalla panna, o da entrambi. Se non vi sono questi due elementi, non è un formaggio (ad esempio, contrariamente a quanto pensano in molti, la ricotta non è un formaggio!).

    L’Italia ha la pazzesca particolarità che ogni zona ha il suo formaggio tipico capace di connotare storia e identità di quel luogo.

    L’aspetto da tenere sotto controllo è la quantità di formaggio assunto per il suo elevato contenuto lipidico, ma se calibrato nel modo giusto, è un ottimo alimento per nutrirci.

    Ma ai bimbi piace il formaggio?

    Tenete presente che la formazione dei gusti alimentari inizia precocemente (già quando è nella pancia della mamma!) ed è determinata in parte geneticamente, in parte culturalmente e in parte fisiologicamente.

    Il dolce, sin da subito, e successivamente il salato sono i gusti preferiti dai bambini. Inoltre, sono dei perfetti “sommelier” poiché possiedono una buona capacità di assaporare e usare i sensi per esperire il cibo.

    Certo che, parlando su un piano culturale e famigliare, dipende molto anche da come noi abituiamo il bambino. Per questo è bene, e vale per ogni nuovo alimento, inserirlo gradualmente sia nelle quantità sia nelle tipologie.

    Quali formaggi vanno bene per i bambini?

    Subito ci viene in mente la conosciutissima “minestra con il formaggino” (chi non la conosce??) e in commercio esistono molti prodotti creati ad hoc per i bimbi. Ma si tratta di formaggi a pasta fusa che, se da una parte incontrano il favore dei nostri pargoli, dall’altra parliamo di prodotti forse non completamente sani sotto il profilo nutrizionale.

    Quindi scegliamo formaggi di buona qualità (piccoli produttori, come quelli di malga per esempio) anche per loro, proprio come faremmo per noi, e man mano introduciamo nei pasti le diverse varietà di formaggi.

    Come e quali inserire?

    In particolare, dal periodo dello svezzamento (verso i 4 – 6 mesi), assicuriamoci di inserire un’adeguata quantità di calcio. Iniziate con l’aggiungere un cucchiaino (equivalenti a circa 5 g) di parmigiano reggiano grattugiato nelle pappe e minestre. Questo vi permetterà, tra l’altro, di diminuire la quantità di sale senza perdere il gusto.

    Verso i 10 mesi, potete iniziare a dare il formaggio come un secondo non superando circa i 50 g.

    Quando il bambino è grandicello, cercate di assicurare una porzione di formaggio 2 – 3 volte a settimana. Ad esempio, nelle mense scolastiche, di solito vengono dati mozzarelle, formaggi tipo asiago o toma dolce, stracchino o crescenza (anche se la crescenza non è un formaggio). Attenzione però! I formaggi che nel nostro immaginario sono considerati leggeri, non è detto che lo siano davvero. Io opterei sempre per formaggi di qualità anche stagionati: Parmigiano Reggiano, Grana e il vasto mondo delle tome, scamorza

    Le buone regole

    • Proponete il formaggio come proteina, senza associarla ad altri tipi come carne, pesce e legumi;
    • Potete servirlo insieme a delle verdure;
    • Va benissimo accompagnarli anche con i cereali e pasta che ne innalzano il valore nutrizionale;
    • Non esagerare con le quantità e preferire sempre la qualità;
    • Se lo rifiuta e manifesta malesseri, non dovete obbligarlo, anzi valutate insieme al medico una possibile intolleranza o simili.

    Il segreto sta sempre nell’equilibrio!

    Irene Prandi

     

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