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Redazione Guidabimbi

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    Andiamo in gita alla scoperta di tre tesori alle porte di Torino

    Opere rappresentative da vivere e da condividere.

    Il territorio torinese ha la grande fortuna di custodire innumerevoli tesori di natura, storia ed arte, ciascuno degno di essere conosciuto e visitato da grandi e piccini. In particolare, tre opere rappresentano in modo congiunto la testimonianza più significativa, concreta e spirituale ad un tempo, della storia dei nostri luoghi, del suo continuo divenire nei secoli, della vita delle generazioni che ci hanno preceduti: il Palazzo del Pozzo della Cisterna, il Forte di Fenestrelle, l’Abbazia di Novalesa. Queste sono sicuramente tre visite che merita organizzare con i nostri bambini per insegnar loro ad amare e apprezzare il patrimonio storico e architettonico della nostra regione.

    Palazzo Cisterna, sede storica della Provincia di Torino, Austero e sobrio allo stesso tempo, ingentilito da un giardino, è una gemma rara nel centro storico di Torino. Compone parte dell’Isola dell’Assunta, oggi delimitata da Via Bogino, Giolitti, Carlo Alberto e Maria Vittoria. Il nucleo originario dell’edificio risale al 1675; tre anni dopo venne annessa l’area oggi occupata dal giardino e, negli anni successivi, il palazzo viene arricchito, abbellito ed ampliato. Oggi nel palazzo, superbo esempio di Barocco Piemontese, ha sede la sala lettura della Biblioteca storica della Provincia e sono esposte numerose opere d’arte pittorica.

    Il Forte di Fenestrelle è monumento simbolo della Provincia di Torino
    Visitare questo complesso nell’Alta Val Chisone è un itinerario nella storia, nella concretezza delle opere, nell’immaginario. In una parola, è un’emozione: il visitatore è colto dallo stupore per l’opera sia per il gigantismo che la caratterizza, sia per il suo inserimento come componente dell’ambiente naturale. I lavori per la sua costruzione si sono protratti per ben 122 anni, a partire dal 1727. Il risultato è un’imponente costruzione, capolavoro dell’arte difensiva militare. Mai protagonista di assedi o battaglie, la sua mole è bastata nel tempo ad incutere rispetto. Unico in Europa ad essere completamente attraversato da una scala coperta di 4000 gradini, è percorribile su un dislivello di circa 650 m in ogni condizione atmosferica. Si estende su oltre un milione di metri quadtati e comprende anche, oltre a polveriere e cannoniere, 14 ponti di collegamento e 5 levatoi interni, 7 ridotte e 28 risalti. Riaperto al pubblico all’inizio degli anni ’90, dopo un lungo periodo di abbandono, nel 1998 viene scelto dalla Provincia di Torino come suo monumento simbolo.

    L’Abbazia della Novalesa è patrimonio della Provincia di Torino. Le montagne, la sobrietà delle costruzioni, la percezione della storia che qui è fluita, un silenzio che parla all’anima. Un luogo della storia e dello spirito d’Europa: giuntura, strada, ponte e strumento di conoscenza tra le genti. La vita dell’Abbazia inizia il 30 gennaio del 726: viene fondato un monastero sulle pendici del Moncenisio, che, in breve, diventa luogo di preghiera ed ospitalità, lavoro e cultura. In epoca carolingia l’Abbazia arriva ad ospitare più di 500 monaci benedettini. Tesoro del complesso, la biblioteca in cui i monaci amanuensi trascrivono  e miniano codici. Dopo secoli di storia travagliata, nel dicembre 1972 il complesso è acquistato dalla Provincia di Torino e ne diventa monumento simbolo. L’anno dopo viene affidato ai monaci della Congregazione Benedettina Sublacense, che, riannodando un forte legame con il passato, hanno allestito un laboratorio di restauro di libri antichi. Negli ultimi decenni il complesso è stato oggetto di ampi restauri e recuperi, culminati, nel marzo del 2009, con l’apertura del Museo Archeologico dell’Abbazia.

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