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Episodio 20: Teo, il cagnolino volante
Un’altra storia da brivido al Paperotti. Stavolta nonno Manlio racconta di quando, da bambino, cadde vittima di uno scherzo crudele che costò la vita a un povero cucciolo innocente. Questo insegna che bisogna pensarci bene sempre prima di fare scherzi pericolosi: non si sa mai come possono andare a finire.
Quel sabato sera al Paperotti nonno Manlio raccontò un’altra storia capitatagli quando aveva tre anni o forse quattro.
Ad Usseglio d’estate i bambini giocavano tutti insieme, villeggianti e abitanti locali. C’era però una certa rivalità fra le due ‘bande’, e i locali non perdevano occasione per fare degli scherzi ai cittadini. Uno dei giochi era dar la caccia alle galline di Gioconda, che abitava lì vicino. Se riuscivano a prenderne una (cosa rara, perché Gioconda sentendo le galline starnazzare usciva subito urlando che le galline spaventate non avrebbero più fatto uova) la portavano a casa di Manlio e la gettavano dal primo piano, per vederla volare.
Gioconda aveva anche una cagna, Chira, che aveva fatto i cuccioli. Con loro era permesso giocare. Una volta Walter, il figlio di Gioconda, che era più grandicello di Manlio, gli fece uno scherzo crudele: “Lo sai – gli disse – che la mia Chira è un cane speciale che sa volare? Forse anche i suoi figli volano già. Prendine uno, che vediamo”. Manlietto prese Teo, il cucciolo più grande, lo portò a casa, salì al primo piano e lo spinse giù. Ma Walter, nascosto sotto il balcone, lo prese al volo e lo posò a terra. Quando Manlio scese e vide Teo vivo e scodinzolante si entusiasmò: “vola! Vola come Chira!”.
Purtroppo qualche giorno dopo volle mostrare questa rara dote ad altri amichetti venuti a trovarlo. Corse a prendere Teo, lo portò al primo piano e lo buttò giù. Ma stavolta non c’era Walter di sotto a prenderlo al volo. Il cagnolino morì sul colpo. Manlio era disperato. I suoi amichetti gridavano. Sentendo tutto quel baccano accorse la mamma, a cui Manlio disse fra i singhiozzi “io volevo solo farlo volare! Non so perché Teo non ha volato, l’altro giorno con Walter volava!”.
La mamma gli diede una bella dose di scapaccioni, ma capì lo scherzo crudele e andò con Manlio a riportare il cagnolino morto a Gioconda, spiegandole tutta la faccenda. Gioconda ovviamente si dispiacque che lo scherzo di suo figlio avesse avuto un esito così imprevedibile. Disse solo: “spero almeno che d’ora in poi i bambini impareranno a lasciar stare le mie bestie”.
E anche Walter quella sera, al suo ritorno a casa, ebbe la sua giusta dose di scapaccioni.