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Nonno Manlio

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    Episodio 23: nonno Manlio e le bombe biologiche

    Serata “militare” al Paperotti. Nonno Manlio racconta le guerricciole infantili a Usseglio fra “indiani” (la banda dei paesani) e “giubbe azzurre” (i villeggianti). Una volta i villeggianti, ricorrendo a un’arma segreta, vinsero la battaglia, ma pagarono cara la loro vittoria.

    Ancora un ricordo di Usseglio quella sera al Paperotti. Perché nonno Manlio vi era stato portato quando era appena nato, e da allora vi aveva passato tutte le estati fino a 25 anni. Erano state stagioni felici, fatte di giochi spensierati, lunghe passeggiate da piccoli, vere e proprie escursioni da ragazzi.

    Come aveva già raccontato nella storia del cane volante, nonno Manlio ricordò che a Usseglio d’estate c’erano due bande di bambini contrapposte: quella dei villeggianti e quella dei paesani. Non erano mai venute alle mani, ma si facevano scherzi continui, si sfidavano in gare di tutti i generi e giocavano fra loro agli indiani con archi rudimentali tirandosi zolle di terra e facendosi agguati reciproci. Naturalmente i villeggianti erano le giubbe azzurre, e i nativi erano gli indiani. Le giubbe azzurre avevano una serie di “fortini” imprendibili sul costone roccioso della prima montagna dietro le case. Erano piccoli terrazzamenti erbosi a cui si poteva accedere solo arrampicandosi lungo un percorso ripidissimo e ben difendibile. Il gioco era: assalto degli indiani con urla e ululati e bombardamento delle giubbe azzurre. Se l’attacco era respinto, per quel giorno avevano vinto i villeggianti. Se invece il forte K2 era preso (bastava che ci mettesse piede un indiano) la vittoria era dei paesani.

    A Manlietto venne in mente un’idea. Suo papà Enrico vendeva ai pasticceri dei sacchettini di carta bianca leggera per le brioches. Riempiti di cacca di mucca, potevano essere delle ‘bombe’ biologiche perfette. Manlio si fece portare da Torino un centinaio di quei sacchetti, poi tutti i piccoli villeggianti lavorarono a riempirli di busa e a portarli sul forte K2. Quel giorno l’attacco fu respinto. Solo che gli indiani schivavano facilmente quei proiettili, mentre le giubbe azzurre, un po’ per raccogliere le buse molli adatte al riempimento, un po’ per portare le “munizioni” al forte lungo la ripidissima salita (la carta dei sacchetti si bagnava e la popò usciva) si erano sporcati tutti. E in più gli indiani raccoglievano a terra i sacchetti non ‘esplosi’ e glie li ributtavano su. Alla fine della battaglia i nativi erano tutti puliti mentre i villeggianti erano sporchi di cacca e maleodoranti.

    La sera a casa furono sgridati dalle mamme. Era stata una vittoria molto… odorosa. Manlietto si ricordò di quell’episodio quando a scuola gli spiegarono la vittoria di Pirro.

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