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Nonno Manlio

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    Episodio 24: in equilibrio a tre metri da terra

    Ancora un ricordo infantile di Nonno Manlio al Paperotti. Questa volta è proprio un tuffo nel passato, con la descrizione precisa del cortile d’infanzia, teatro di tanti giochi. E anche di avventure pericolose, come questa, per fortuna finita bene.

    Al teatro Paperotti i ricordi infantili di nonno Manlio avevano grande successo, e lui non si faceva pregare a raccontarli. 

    Il cortile di casa sua, in corso Ferrucci 6, per esempio, gli faceva venire in mente mille giochi ed avventure. Era solo un cortile, ma ai bimbi sembrava il Far West. Per scendere dal primo piano a giocare lì Manlio e i fratellini dovevano chiedere il permesso. A volte invitavano anche gli amichetti. C’era abbastanza spazio per giocare a pallone, c’erano tre acacie e cespugli contro il muro per giocare a nascondino e poi c’era la fila dei sei garages, in fondo. Solo due erano adibiti a rimessa per le auto. Uno, il primo, per la 1100 di nonno Enrico, il papà di nonno Manlio. Quello vicino per l’Aprilia di Bonino, l’amministratore, che abitava al terzo e ultimo piano. Poi c’erano i tre usati come magazzino di alimentari dal piccolo grossista Bidone, e l’ultimo era usato come laboratorio da Maestrini, un distillatore di menta. Durante il giorno il furgone di Bidone veniva a caricare o scaricare scatole di biscotti, marmellate e altro, e qualche volta i suoi garzoni si divertivano a tirarsi le scatole dal furgone e prenderle al volo.

    Una volta un garzone perse l’equilibrio mentre lanciava, e la scatola finì sul tetto dei garages. Vedendo che non sapevano come fare a riprenderla, Manlietto si offrì di arrampicarsi sul muro laterale, alto tre metri, attraversarlo in tutta la lunghezza camminando in equilibrio sui 30 cm del bordo e salire sul tetto dei garages: era il percorso che faceva di solito per recuperare il pallone quando durante il gioco finiva lassù.

    In poco tempo la scatola fu recuperata, e per la prima volta Bidone (avarissimo) diede un biscotto a testa ai bambini. Non sapeva che ne meritavano anche di più, perché avevano fatto una cosa proibitissima. La mamma di Manlietto aveva vietato ai piccoli di fare quel percorso pericoloso, e loro stavano sempre attenti a non farsi vedere. Ma quella volta nonna Fulvia vide, e si fece dare i biscotti. Poi, tutti in casa a fare i compiti, per punizione. Saputo questo, l’avaro Bidone (che in fondo era un brav’uomo) chiamò il giorno dopo nel magazzino i tre fratellini e diede loro un altro biscotto a testa, con l’ordine però di mangiarlo subito. Così tutto fu salvo: il giusto castigo per la regola infranta, ma anche la soddisfazione e il premio per l’impresa acrobatica andata a buon fine.

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