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Nonno Manlio

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    Episodio 26: Maigret in calzoncini corti

    Il commissario Maigret esordisce al Paperotti. Nella storia di nonno Manlio si racconta di un ladro misterioso di figurine smascherato con astuzia. Il derubato, nonno Adelmo bambino, con un espediente geniale suggeritogli dalla mamma, riesce a recuperare la preziosa figurina rubata

    Stavolta al Paperotti nonno Manlio racconta una storia ‘poliziesca’capitata al suo amico Adelmo (anche lui nonno) da bambino.

    Siamo nel 1955. Adelmo fa la quarta elementare e come tutti i bambini alla sua età fa la raccolta delle figurine. L’album del momento è “Razze umane”, e in classe si fanno i soliti scambi, celo celo manca.

    A Beppe, il compagno di banco di Adelmo, manca la rara figurina n. 74 “Pesca col cormorano”. Adelmo ce l’ha doppia, ma a casa: “te la porto domani – dice a Beppe – tu porta le tue”. L’indomani se la mette nella tasca del paltò. Giunto a scuola lo appende all’attaccapanni del corridoio ed entra in classe. Quando nell’intervallo lui e Beppe vanno al paltò, la figurina non c’è. “L’avrai dimenticata” dice Beppe. Ma Adelmo è sicuro di averla presa. Qualcuno dev’essere uscito durante le prime due ore e l’ha fregata. Qualcuno che deve aver sentito il colloquio del giorno prima. Adelmo sospetta di Pinuccio, il piccoletto del banco dietro, ma come smascherarlo?

    Ne parla a casa, e la mamma, furba e coraggiosa come sanno esserlo solo le donne, prepara un piano. Il giorno dopo Adelmo dovrà farsi sentire da Pinuccio mentre promette a Beppe di portargli l’indomani la figurina n. 114 “Donna Jara Dijnge”, ancora più rara della 74. Lei preparerà un misto di talco profumato e paillettes (quei pezzetti minuscoli d’oro finto che le donne si mettono in faccia nei veglioni) e cospargerà con esso alcune figurine di scarso valore, prima di metterle nella tasca del paltò. Preparata l’esca, basterà aspettare che il pesce abbocchi. E infatti durante la prima ora Pinuccio il nano esce per andare in bagno. Fruga nel paltò di Adelmo, trova le figurine, le passa e le ripassa fra le dita, ma non trova la mitica 114. Deluso, rientra in classe senza preda, ma si accorge di aver le dita sporche di talco. Subodora l’inganno e tenta di pulirsele di nascosto, ma non basterà.

    All’intervallo Adelmo e Beppe piombano su di lui e gli annusano le mani: anche se pulite, profumano ancora di talco e in più, come la mamma di Adelmo sperava, sotto il suo banco brillano un paio di paillettes. E’ più che sufficiente per capire chi era il ladro di due giorni prima. Attirato dalle grida arriva il maestro, Pinuccio nega, ma davanti alle prove crolla. L’insegnante non lo punisce, ma lo sgrida davanti a tutti: dovrà riportare la 74 il giorno dopo.

    La vera punizione per il nano sarà un’altra: nessuno, da allora, scambierà più figurine e parole con lui.

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